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Channel: Commenti a: Formidabile il Mondiale dell’82!
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Di: sakamurabo

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Question articolo appare su http://saymight.blogspot.com

E’ un’estate che arriva coi colori del passato sulla spiaggia di Pineto. Una vita che vengo qui, ogni estate. Non ne ricordo nemmeno una lontana. Qui ci sono cresciuto felice, con i picnic della domenica in pineta e il bagno interminabile dopo le ore di attesa per la digestione. Qui ho esultato per i gol di Pablito ai mondiali di Spagna dell’82 le giornate erano calde e pigre. Si rimaneva a giocare tra le vie ed il cortile della casa dei nonni che avevano le finestre di alluminio anodizzato sempre spalancate e le serrande abbassate a far entrare mille puntini vibranti di luce. Dalle casse mono della Tv il suono afono giungeva fino alla strada di sotto e assieme allo sbattere dei piatti ti richiamavano al pranzo. Si doveva fare la “pennichella” ma poi di nuovo a giocare e a guardare Brunello agghindarsi per uscire con la 132. Giornate infinite. La sera senza un briciolo di forza eri esanime, stremato e pieno.
Deve essere successo qualche cosa che non ho capito molto bene, in seguito.
In pochi anni il mondo ha accelerato. ’82,83,84,85…90 e subito mi ritrovai tra i banchi ‘grunge’ della scuola superiore con le gomme appiccicate da secoli, tutto era rabbia, era forza e dimostrazione e il mondo sembrava un fumetto disegnato a carboncino, nero nero.
D’inverno ci si riscaldava il cuore e le mani nell’autobus delle 6.40 per Cento. Le macchine aumentavano di anno in anno. Meglio se prendevi l’autobus delle 6.20 per Finale Emilia, il giro era più lungo ma stavi meno a morire di freddo fuori dalla stazione con la neve e le porte che non si chiudevano.
L’anno successivo (o forse già ne erano passati tanti) pure i cartelli sulle strade erano aumentati, pubblicità soprattutto e io mi immaginavo piccoli imprenditori gravidi di nuove teorie di marketing che armati di picchetti e martelli disseminavano la notte di piccole costellazioni di annunci caotici. Perdevano di importanza i limiti di velocità impossibili che sbucavano sui tratti di strada in corrispondenza delle fabbriche, i 30 all’ora davanti alla WM schiacciato dalla pubblicità di una mercedes da 220 km/h, le tute blu con i cestini blu schiacciate dal cielo di piombo nell’Emilia lontana dal mare.
La gente era ancora lenta come in passato ma insorgevano i primi sintomi della Velocità. Le donne iniziavano tutte a lavorare e i figli venivano educati da baby-sitter intraprendenti.
Lenta lenta la velocità si faceva strada. E i maccheroni con il ragù o gli spaghetti alla chitarra erano rimasti solo quelli delle nonne.
Nel calcio scomparve la zona mista di Bearzot, gli allenatori si scoprirono molto più preoccupati e grigi anche in “Eccellenza”. Dalle città scomparvero i parcheggi liberi. Come per protesta il risultato fu la proliferazione delle automobili e degli automobilisti.
Si andava tutti in centro con la macchina e il centro chiudeva al transito. Chiudevano le linee regionali dei treni, anche. I bus verso la città divennero sempre meno ma molto più comodi. E noi ci trasferivamo tutti a Bologna a studiare e a divertire così che i prezzi degli affitti aumentano alla grande. In città non c’erano case per tutti. Conveniva comprarsela, una casetta e a rimediare ci pensarono le immobiliari come Raggi , Acer, Coopcostruttori…che iniziarono il un nuovo ventennio di palazzoni e di cemento armato, tutte case nuove e di lusso e da 35 mq a prezzi di lusso per la gioia delle banche. Fuori dal centro si chiamavano villette a schiera o bifamigliari ma erano condomini con il giardino, piu’ grandi delle case del centro ma ai prezzi delle case del centro. La periferia divenne piu’ comoda per i parcheggi. Il credito al consumo divenne realtà. Si compravano televisori impianti e dolbysurround 5.1, uno nuovo ogni anno per la gioia di altre banche (sempre nuove e sempre a cambiar nome) mentre mia nonna ancora aveva in casa ‘un telefunken che quando lo accendevi scorreggiava ma che si vedeva benissimo’.
E poi, si laureavano tutti – in media ci volevano 7 anni- si partiva con gli aerei costosi e si arrivava a Londra e a Berlino a cercare fortuna ma si incontravano distributori di flayer laureati e senza una Lira, una Sterlina o un Marco in tasca, ma con una serata in discoteca garantita. Così si stava poco e male nell’ostello troppo caro a Notting Hill e si ritornava alle città o alle campagne conosciute che però non sembravano più le stesse.
Il Bar Centrale ora è gestito da cinesi e al posto della grappa c’è quel liquore di radice strana.
Il caffè è più buono ma di notte tutti staccano la macchina e nessuno può servirtelo. Il vino è sempre più raffinato e per berlo ci serve un corso da sommelier però è sempre meno caro (se si fa eccezione per il pachi) che non è piu’ conveniente andarselo a prendere sfuso da Riziero, nessuno ora imbottiglia più e anche mio nonno, troppo stanco dopo un’intera vita di lavoro, preferisce bere senza troppo faticare. La bolla speculativa ha travolto la finanza ma nessuno ha capito che c’è una crisi perché alla televisione Berlusconi fa dire che tutto va benissimo. Che la pagherà qualcun’altro e che torneremo ad essere grandissimi imperialisti delle Finanze. Le leggi sono diventato l’unico strumento per creare nuovi posti di lavoro per chi deve farle rispettare (la 626 ora TU84 ad esempio). Visto che ora c’è la Privacy vengono predisposte nuove misure di sicurezza per garantirla ai meritivoli e toglierla agli ingrati e ai delinquenti, nuove dichiarazioni per il trattamento dei dati personali, nuove telecamere per strada, nuovi volti delle forze dell’ordine. Alla polizia hanno tagliato i fondi, verrà sostituaita dai militari diciottenni meno cari e senza troppe pretese, volontari per necessità economica e perché credono nel dio della chiesa che la patria difende e protegge. Un tale che si chiama Lele Mora è diventato inaspettatamente il più grosso benefattore tra i benefattori ancora di più di Padre Pio che ora è roba da mamme e socere e perché sono tutti d’accordo che la suoneria di faccetta nera sul suo telefonino di diamanti sia di certo la chiave per diventare puttana o puttaniere in diretta da Maria de Filippi, un male da poco viste le promesse.
Non so, forse questa è un epoca di fallimento.Ci sono tante cose belle nei supermercati di cui pochi sanno davvero che farsene. Forse manca un secondo prima di riprendere il controllo dei nostri gesti, delle nostre parole, dopo aver perso l’equilibrio dalla corsia del centro commerciale. E ci verrà voglia di rialzarci, magari in un pomeriggio di sole con le finestre che lasciano passare mille lucette sulle pareti della stanza dei nonni. E tornerà quell’odore di cose che andavano conservate, di pranzi che ‘non ne avevi voglia’ ma erano belli e pieni di suoni caldi, di parole dolci di cui non capivi il senso ma che erano buone come un panettone fatto in casa, di quelle giornate in cui c’era un tempo per tutto e la mente poteva volare lontana quando seduto sotto il pino di Marco da Pistoia vedevi l’orizzonte e il suo mare blu e non sapevi se ti ci potevi tuffare.


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